br1's lifestream - tagged with edwardhopper http://www.br1.com/feed en-us http://blogs.law.harvard.edu/tech/rss Sweetcron br1@br1.com Edward Hopper - Milano, Palazzo Reale http://www.br1.com/items/view/405/edward-hopper-milano-palazzo-reale

EDWARD HOPPER MILANO, PALAZZO REALE 14 OTTOBRE 2009 - 31 GENNAIO 2010

La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia

Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.

La mostra, senza precedenti in Italia, è promossa dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation Hermitage di Losanna. La tappa milanese è organizzata e coordinata da Palazzo Reale. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group.

L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

In mostra saranno esposte oltre 160 opere tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.

La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite. Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.

L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.

La mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia l’installazione Friday, 29th August 1952, 6 A.M., New York di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco: un’installazione interattiva e multimediale che ricostruisce la scenografia raffigurata nel dipinto Morning Sun (1952) offrendo ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo di Hopper e diventare così i protagonisti del dipinto.

Dopo la sede milanese la rassegna sarà a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010 e successivamente a Losanna per l’estate 2010.

http://www.edwardhopper.it

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Wed, 14 Oct 2009 00:08:00 +0200 http://www.br1.com/items/view/405/edward-hopper-milano-palazzo-reale
Edward Hopper - Milano, Palazzo Reale http://www.br1.com/items/view/406/edward-hopper-milano-palazzo-reale

EDWARD HOPPER MILANO, PALAZZO REALE 14 OTTOBRE 2009 - 31 GENNAIO 2010

La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia

Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.

La mostra, senza precedenti in Italia, è promossa dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation Hermitage di Losanna. La tappa milanese è organizzata e coordinata da Palazzo Reale. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group.

L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

In mostra saranno esposte oltre 160 opere tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.

La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite. Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.

L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.

La mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia l’installazione Friday, 29th August 1952, 6 A.M., New York di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco: un’installazione interattiva e multimediale che ricostruisce la scenografia raffigurata nel dipinto Morning Sun (1952) offrendo ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo di Hopper e diventare così i protagonisti del dipinto.

Dopo la sede milanese la rassegna sarà a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010 e successivamente a Losanna per l’estate 2010.

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Wed, 14 Oct 2009 00:07:00 +0200 http://www.br1.com/items/view/406/edward-hopper-milano-palazzo-reale
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EDWARD HOPPER MILANO, PALAZZO REALE 14 OTTOBRE 2009 - 31 GENNAIO 2010

La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia

Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.

La mostra, senza precedenti in Italia, è promossa dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation Hermitage di Losanna. La tappa milanese è organizzata e coordinata da Palazzo Reale. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group.

L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

In mostra saranno esposte oltre 160 opere tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.

La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite. Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.

L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.

La mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia l’installazione Friday, 29th August 1952, 6 A.M., New York di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco: un’installazione interattiva e multimediale che ricostruisce la scenografia raffigurata nel dipinto Morning Sun (1952) offrendo ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo di Hopper e diventare così i protagonisti del dipinto.

Dopo la sede milanese la rassegna sarà a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010 e successivamente a Losanna per l’estate 2010.

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Wed, 14 Oct 2009 00:06:00 +0200 http://www.br1.com/items/view/407/edward-hopper-milano-palazzo-reale
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EDWARD HOPPER MILANO, PALAZZO REALE 14 OTTOBRE 2009 - 31 GENNAIO 2010

La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia

Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.

La mostra, senza precedenti in Italia, è promossa dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation Hermitage di Losanna. La tappa milanese è organizzata e coordinata da Palazzo Reale. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group.

L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

In mostra saranno esposte oltre 160 opere tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.

La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite. Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.

L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.

La mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia l’installazione Friday, 29th August 1952, 6 A.M., New York di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco: un’installazione interattiva e multimediale che ricostruisce la scenografia raffigurata nel dipinto Morning Sun (1952) offrendo ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo di Hopper e diventare così i protagonisti del dipinto.

Dopo la sede milanese la rassegna sarà a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010 e successivamente a Losanna per l’estate 2010.

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La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia

Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.

La mostra, senza precedenti in Italia, è promossa dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation Hermitage di Losanna. La tappa milanese è organizzata e coordinata da Palazzo Reale. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group.

L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

In mostra saranno esposte oltre 160 opere tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.

La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite. Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.

L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.

La mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia l’installazione Friday, 29th August 1952, 6 A.M., New York di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco: un’installazione interattiva e multimediale che ricostruisce la scenografia raffigurata nel dipinto Morning Sun (1952) offrendo ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo di Hopper e diventare così i protagonisti del dipinto.

Dopo la sede milanese la rassegna sarà a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010 e successivamente a Losanna per l’estate 2010.

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Wed, 14 Oct 2009 00:03:00 +0200 http://www.br1.com/items/view/409/edward-hopper-milano-palazzo-reale
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EDWARD HOPPER MILANO, PALAZZO REALE 14 OTTOBRE 2009 - 31 GENNAIO 2010

La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia

Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.

La mostra, senza precedenti in Italia, è promossa dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation Hermitage di Losanna. La tappa milanese è organizzata e coordinata da Palazzo Reale. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group.

L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

In mostra saranno esposte oltre 160 opere tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.

La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite. Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.

L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.

La mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia l’installazione Friday, 29th August 1952, 6 A.M., New York di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco: un’installazione interattiva e multimediale che ricostruisce la scenografia raffigurata nel dipinto Morning Sun (1952) offrendo ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo di Hopper e diventare così i protagonisti del dipinto.

Dopo la sede milanese la rassegna sarà a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010 e successivamente a Losanna per l’estate 2010.

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Wed, 14 Oct 2009 00:01:00 +0200 http://www.br1.com/items/view/410/edward-hopper-milano-palazzo-reale
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EDWARD HOPPER MILANO, PALAZZO REALE 14 OTTOBRE 2009 - 31 GENNAIO 2010

La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia

Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.

La mostra, senza precedenti in Italia, è promossa dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation Hermitage di Losanna. La tappa milanese è organizzata e coordinata da Palazzo Reale. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group.

L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

In mostra saranno esposte oltre 160 opere tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.

La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite. Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.

L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.

La mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia l’installazione Friday, 29th August 1952, 6 A.M., New York di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco: un’installazione interattiva e multimediale che ricostruisce la scenografia raffigurata nel dipinto Morning Sun (1952) offrendo ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo di Hopper e diventare così i protagonisti del dipinto.

Dopo la sede milanese la rassegna sarà a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010 e successivamente a Losanna per l’estate 2010.

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EDWARD HOPPER MILANO, PALAZZO REALE 14 OTTOBRE 2009 - 31 GENNAIO 2010

La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia

Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.

La mostra, senza precedenti in Italia, è promossa dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation Hermitage di Losanna. La tappa milanese è organizzata e coordinata da Palazzo Reale. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group.

L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

In mostra saranno esposte oltre 160 opere tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.

La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite. Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.

L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.

La mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia l’installazione Friday, 29th August 1952, 6 A.M., New York di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco: un’installazione interattiva e multimediale che ricostruisce la scenografia raffigurata nel dipinto Morning Sun (1952) offrendo ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo di Hopper e diventare così i protagonisti del dipinto.

Dopo la sede milanese la rassegna sarà a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010 e successivamente a Losanna per l’estate 2010.

http://www.edwardhopper.it

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Tue, 13 Oct 2009 23:59:00 +0200 http://www.br1.com/items/view/396/edward-hopper-milano-palazzo-reale
Edward Hopper - Milano, Palazzo Reale http://www.br1.com/items/view/397/edward-hopper-milano-palazzo-reale

EDWARD HOPPER MILANO, PALAZZO REALE 14 OTTOBRE 2009 - 31 GENNAIO 2010

La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia

Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.

La mostra, senza precedenti in Italia, è promossa dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation Hermitage di Losanna. La tappa milanese è organizzata e coordinata da Palazzo Reale. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group.

L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

In mostra saranno esposte oltre 160 opere tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.

La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite. Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.

L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.

La mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia l’installazione Friday, 29th August 1952, 6 A.M., New York di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco: un’installazione interattiva e multimediale che ricostruisce la scenografia raffigurata nel dipinto Morning Sun (1952) offrendo ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo di Hopper e diventare così i protagonisti del dipinto.

Dopo la sede milanese la rassegna sarà a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010 e successivamente a Losanna per l’estate 2010.

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EDWARD HOPPER MILANO, PALAZZO REALE 14 OTTOBRE 2009 - 31 GENNAIO 2010

La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia

Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.

La mostra, senza precedenti in Italia, è promossa dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation Hermitage di Losanna. La tappa milanese è organizzata e coordinata da Palazzo Reale. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group.

L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

In mostra saranno esposte oltre 160 opere tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.

La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite. Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.

L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.

La mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia l’installazione Friday, 29th August 1952, 6 A.M., New York di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco: un’installazione interattiva e multimediale che ricostruisce la scenografia raffigurata nel dipinto Morning Sun (1952) offrendo ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo di Hopper e diventare così i protagonisti del dipinto.

Dopo la sede milanese la rassegna sarà a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010 e successivamente a Losanna per l’estate 2010.

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Tue, 13 Oct 2009 23:57:00 +0200 http://www.br1.com/items/view/398/edward-hopper-milano-palazzo-reale
Edward Hopper - Milano, Palazzo Reale http://www.br1.com/items/view/399/edward-hopper-milano-palazzo-reale

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La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia

Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.

La mostra, senza precedenti in Italia, è promossa dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation Hermitage di Losanna. La tappa milanese è organizzata e coordinata da Palazzo Reale. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group.

L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

In mostra saranno esposte oltre 160 opere tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.

La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite. Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.

L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.

La mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia l’installazione Friday, 29th August 1952, 6 A.M., New York di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco: un’installazione interattiva e multimediale che ricostruisce la scenografia raffigurata nel dipinto Morning Sun (1952) offrendo ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo di Hopper e diventare così i protagonisti del dipinto.

Dopo la sede milanese la rassegna sarà a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010 e successivamente a Losanna per l’estate 2010.

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La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia

Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.

La mostra, senza precedenti in Italia, è promossa dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation Hermitage di Losanna. La tappa milanese è organizzata e coordinata da Palazzo Reale. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group.

L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

In mostra saranno esposte oltre 160 opere tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.

La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite. Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.

L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.

La mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia l’installazione Friday, 29th August 1952, 6 A.M., New York di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco: un’installazione interattiva e multimediale che ricostruisce la scenografia raffigurata nel dipinto Morning Sun (1952) offrendo ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo di Hopper e diventare così i protagonisti del dipinto.

Dopo la sede milanese la rassegna sarà a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010 e successivamente a Losanna per l’estate 2010.

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Tue, 13 Oct 2009 23:55:00 +0200 http://www.br1.com/items/view/400/edward-hopper-milano-palazzo-reale
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La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia

Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.

La mostra, senza precedenti in Italia, è promossa dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation Hermitage di Losanna. La tappa milanese è organizzata e coordinata da Palazzo Reale. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group.

L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

In mostra saranno esposte oltre 160 opere tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.

La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite. Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.

L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.

La mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia l’installazione Friday, 29th August 1952, 6 A.M., New York di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco: un’installazione interattiva e multimediale che ricostruisce la scenografia raffigurata nel dipinto Morning Sun (1952) offrendo ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo di Hopper e diventare così i protagonisti del dipinto.

Dopo la sede milanese la rassegna sarà a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010 e successivamente a Losanna per l’estate 2010.

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EDWARD HOPPER MILANO, PALAZZO REALE 14 OTTOBRE 2009 - 31 GENNAIO 2010

La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia

Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.

La mostra, senza precedenti in Italia, è promossa dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation Hermitage di Losanna. La tappa milanese è organizzata e coordinata da Palazzo Reale. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group.

L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

In mostra saranno esposte oltre 160 opere tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.

La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite. Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.

L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.

La mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia l’installazione Friday, 29th August 1952, 6 A.M., New York di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco: un’installazione interattiva e multimediale che ricostruisce la scenografia raffigurata nel dipinto Morning Sun (1952) offrendo ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo di Hopper e diventare così i protagonisti del dipinto.

Dopo la sede milanese la rassegna sarà a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010 e successivamente a Losanna per l’estate 2010.

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La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia

Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.

La mostra, senza precedenti in Italia, è promossa dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation Hermitage di Losanna. La tappa milanese è organizzata e coordinata da Palazzo Reale. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group.

L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

In mostra saranno esposte oltre 160 opere tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.

La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite. Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.

L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.

La mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia l’installazione Friday, 29th August 1952, 6 A.M., New York di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco: un’installazione interattiva e multimediale che ricostruisce la scenografia raffigurata nel dipinto Morning Sun (1952) offrendo ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo di Hopper e diventare così i protagonisti del dipinto.

Dopo la sede milanese la rassegna sarà a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010 e successivamente a Losanna per l’estate 2010.

http://www.edwardhopper.it

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Tue, 13 Oct 2009 23:51:00 +0200 http://www.br1.com/items/view/403/edward-hopper-milano-palazzo-reale
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EDWARD HOPPER MILANO, PALAZZO REALE 14 OTTOBRE 2009 - 31 GENNAIO 2010

La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia

Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.

La mostra, senza precedenti in Italia, è promossa dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation Hermitage di Losanna. La tappa milanese è organizzata e coordinata da Palazzo Reale. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group.

L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

In mostra saranno esposte oltre 160 opere tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.

La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite. Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.

L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.

La mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia l’installazione Friday, 29th August 1952, 6 A.M., New York di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco: un’installazione interattiva e multimediale che ricostruisce la scenografia raffigurata nel dipinto Morning Sun (1952) offrendo ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo di Hopper e diventare così i protagonisti del dipinto.

Dopo la sede milanese la rassegna sarà a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010 e successivamente a Losanna per l’estate 2010.

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EDWARD HOPPER MILANO, PALAZZO REALE 14 OTTOBRE 2009 - 31 GENNAIO 2010

La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia

Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.

La mostra, senza precedenti in Italia, è promossa dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation Hermitage di Losanna. La tappa milanese è organizzata e coordinata da Palazzo Reale. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group.

L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

In mostra saranno esposte oltre 160 opere tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.

La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite. Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.

L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.

La mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia l’installazione Friday, 29th August 1952, 6 A.M., New York di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco: un’installazione interattiva e multimediale che ricostruisce la scenografia raffigurata nel dipinto Morning Sun (1952) offrendo ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo di Hopper e diventare così i protagonisti del dipinto.

Dopo la sede milanese la rassegna sarà a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010 e successivamente a Losanna per l’estate 2010.

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Tue, 13 Oct 2009 23:44:00 +0200 http://www.br1.com/items/view/387/edward-hopper-milano-palazzo-reale
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EDWARD HOPPER MILANO, PALAZZO REALE 14 OTTOBRE 2009 - 31 GENNAIO 2010

La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia

Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.

La mostra, senza precedenti in Italia, è promossa dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation Hermitage di Losanna. La tappa milanese è organizzata e coordinata da Palazzo Reale. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group.

L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

In mostra saranno esposte oltre 160 opere tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.

La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite. Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.

L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.

La mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia l’installazione Friday, 29th August 1952, 6 A.M., New York di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco: un’installazione interattiva e multimediale che ricostruisce la scenografia raffigurata nel dipinto Morning Sun (1952) offrendo ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo di Hopper e diventare così i protagonisti del dipinto.

Dopo la sede milanese la rassegna sarà a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010 e successivamente a Losanna per l’estate 2010.

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EDWARD HOPPER MILANO, PALAZZO REALE 14 OTTOBRE 2009 - 31 GENNAIO 2010

La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia

Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.

La mostra, senza precedenti in Italia, è promossa dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation Hermitage di Losanna. La tappa milanese è organizzata e coordinata da Palazzo Reale. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group.

L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

In mostra saranno esposte oltre 160 opere tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.

La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite. Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.

L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.

La mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia l’installazione Friday, 29th August 1952, 6 A.M., New York di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco: un’installazione interattiva e multimediale che ricostruisce la scenografia raffigurata nel dipinto Morning Sun (1952) offrendo ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo di Hopper e diventare così i protagonisti del dipinto.

Dopo la sede milanese la rassegna sarà a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010 e successivamente a Losanna per l’estate 2010.

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La prima grande mostra di Edward Hopper in Italia

Edward Hopper (1882-1967) è il più popolare e noto artista americano del XX secolo: pittore della vita quotidiana, delle solitudini umane e dei paesaggi, è certamente il riconosciuto caposcuola del Realismo americano.

La mostra, senza precedenti in Italia, è promossa dal Comune di Milano - Cultura e dalla Fondazione Roma uniti per la prima volta in una partnership culturale, con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation Hermitage di Losanna. La tappa milanese è organizzata e coordinata da Palazzo Reale. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group.

L’esposizione è curata da Carter Foster, curatore e conservatore del Whitney Museum. La storia del Whitney Museum of American Art e dell’artista Edward Hopper sono intrinsecamente legate: la prima mostra personale di Edward Hopper, nel 1920, si tenne al Whitney Studio Club. Nel corso degli anni il Whitney ospitò varie mostre dell’artista, tra cui quelle memorabili del 1950, 1960 e 1984. Dopo la morte di Hopper, nel 1970, la vedova Josephine lasciò proprio al Whitney Museum tutta l’eredità dell’artista in suo possesso: oltre 2500 opere tra dipinti, disegni e incisioni.

In mostra saranno esposte oltre 160 opere tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Un percorso che attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento.

Le opere provengono principalmente dal Whitney Museum ma anche dai più importanti musei americani tra cui il Brooklyn Museum of Art di New York, il Terra Foundation for American Art di Chicago e il Columbus Museum of Art.

La narrazione antologica sarà accompagnata dall’approfondimento sul metodo di lavoro di Hopper – estremamente complesso e rigoroso – grazie all’accostamento dei disegni preparatori alle opere finite. Questa visione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero.

Suddivisa in sette sezioni, la mostra ripercorre tutta la produzione di Hopper dagli anni in cui studiava a Parigi - con il capolavoro di questo periodo Soir Bleu - fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’artista, l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. In mostra eccezionalmente anche uno dei suoi Artist’s ledger Book, i famosi taccuini che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Il visitatore avrà la possibilità, tramite un touch screen, di sfogliarne una riproduzione virtuale.

L'esposizione sarà arricchita di un apparato biografico e storico, in cui verrà ripercorsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del XX secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico, ecc. Un’occasione dunque anche per capire di più e meglio l’America di Barak Obama.

La mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia l’installazione Friday, 29th August 1952, 6 A.M., New York di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco: un’installazione interattiva e multimediale che ricostruisce la scenografia raffigurata nel dipinto Morning Sun (1952) offrendo ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo di Hopper e diventare così i protagonisti del dipinto.

Dopo la sede milanese la rassegna sarà a Roma, presso il Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010 e successivamente a Losanna per l’estate 2010.

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